Dal 2015 modello Isee precompilato: rilascio DSU dopo convalida INPS
Il rilascio del nuovo ISEE 2015, cd. DSU dichiarazione sostitutiva unica che serve ai contribuenti ai fini di riconoscimento di agevolazioni e prestazioni a sostegno del reddito, avverrà per il contribuente solo dopo che i dati inviati dai Caf verranno convalidati dall'INPS.
L'Istituto a sua volta, oltre che incrociare i dati forniti con quelli posseduti dall'Anagrafe tributaria, si occuperà di effettuare il calcolo del reddito sulle nuove soglie e attribuire al contribuente la relativa fascia di reddito. Il passo successivo, sarà il rilascio del modello ISEE 2015 da parte del Caf che verificherà insieme al richiedente la correttezza di tutti i dati, in caso contrario si dovrà inviare una richiesta di correzione della dichiarazione sostitutiva unica all'Inps.
Come funziona modello Isee precompilato e convalidato dall'INPS?
Fino adesso, il contribuente per fare l'ISEE si è recato al Caf o all'Inps con tutta la sua documentazione per farsi rilasciare la dichiarazione sostitutiva DSU.
Come funziona l'ISEE 2015 precompilato? Dal 2015 invece le regole rilascio ISEE cambieranno, infatti, all'infuori di alcuni dati per i quali continuerà l’autocertificazione da parte del contribuente, tutti gli altri verranno comunicati all’Inps tramite il Caf.
L'Istituto una volta recepito i dati, ne verificherà la correttezza incrociandoli con quelli in possesso dell'archivio dell'anagrafe tributaria, ovvero, informazioni su conti correnti, mutui, dichiarazione dei redditi precedenti ecc, e solo a questo punto, convaliderà il modello ISEE precompilato attribuendo la fascia di reddito in cui rientra il contribuente.
Dopodiché il contribuente dovrà tornare al Caf per visualizzare insieme il modello ISEE convalidato dall'INPS e cioè che tutti i dati inseriti corrispondano alla realtà, in caso contrario, il personale del caf dovrà inviare una richiesta di rettifica all'Istituto per far modificare dati errati o non completi. Se la procedura invece è corretta, il Caf stamperà la relativa DSU, dichiarazione sostitutiva.
Al fine di valutare meglio l’effettiva situazione economica della famiglia, nel nuovo calcolo ISEE 2014 vengono incluse nuove forme di reddito, comprese quelle fiscalmente esenti:
a) reddito complessivo ai fini IRPEF;
b) redditi soggetti a imposta sostitutiva o a ritenuta a titolo d’imposta;
c) ogni altra componente reddituale esente da imposta, compresi i redditi da lavoro dipendente prestato all’estero;
d) i proventi derivanti da attività agricole, svolte anche in forma associata, per le quali sussiste l’obbligo alla presentazione della dichiarazione IVA. A tal fine, si considera la base imponibile assunta ai fini dell’IRAP, al netto dei costi del personale;
e) assegni per il mantenimento di figli effettivamente percepiti;
f) trattamenti assistenziali, previdenziali e indennitari, incluse carte di debito, a qualunque titolo percepiti da amministrazioni pubbliche, laddove non siano già inclusi nel reddito complessivo di cui alla lettera a);
g) redditi fondiari relativi ai beni non locati soggetti alla disciplina dell’IMU;
h) il reddito figurativo delle attività finanziarie. A tal fine si applicherà al patrimonio mobiliare complessivo del nucleo familiare (con l’esclusione dei depositi e conti correnti bancari e postali) il tasso di rendimento medio annuo dei titoli decennali del Tesoro ovvero, ove inferiore, il tasso di interesse legale vigente al 1° gennaio maggiorato di un punto percentuale;
i) il reddito lordo dichiarato ai fini fiscali nel paese di residenza da parte degli appartenenti al nucleo iscritti nelle anagrafi dei cittadini italiani residenti all’estero
Dal valore aggregato di tutti i redditi si sottraggono gli assegni periodici corrisposti al coniuge e ai figli e si opera una discriminazione qualitativa delle diverse tipologie di reddito, prevedendo che:
– i redditi da lavoro dipendente vengono decurtati di una quota pari al 20%, fino ad un massimo di 3.000 euro;
– le pensioni e i trattamenti assistenziali, previdenziali e indennitari vengono decurtati di una quota analoga, fino ad un massimo di 1.000 euro;
– i redditi agrari relativi agli operatori professionali obbligati alla presentazione della dichiarazione IVA vengono sottratti;
– l’importo massimo della spesa effettivamente sostenuta per l’affitto registrato che può essere portato in deduzione viene aumentato da 5.165 a 7.000 euro all’anno. Tale importo viene incrementato di 500 euro per ogni figlio convivente successivo al secondo.
Il patrimonio immobiliare è pari al valore dei fabbricati, delle aree fabbricabili e dei terreni, intestati a persone fisiche non esercenti attività d’impresa, quale definito ai fini IMU al 31 dicembre dell’anno precedente a quello di presentazione della DSU, indipendentemente dal periodo di possesso nell’anno. Il valore è così determinato anche in caso di esenzione dal pagamento dell’imposta.
Dal valore del patrimonio mobiliare si detrae, fino a concorrenza, una franchigia pari a 6.000 euro, accresciuta di 2.000 euro per ogni componente il nucleo familiare successivo al primo, fino ad un massimo di 10.000 euro. La predetta soglia è incrementata di 1.000 euro per ogni figlio componente il nucleo familiare successivo al secondo.
Il nuovo ISEE tiene conto anche dei costi sostenuti da persone con disabilità o non autosufficienti, introducendo franchigie differenziate sulla base dell’entità dell’inabilità dei soggetti. Le classi individuate sono tre: disabilità media, grave e non autosufficienza.
Una volta individuata la classe di appartenenza, si procede poi con un abbattimento diretto del reddito della famiglia in cui è presente la persona con disabilità.
Gli importi degli abbattimenti in somma fissa sono i seguenti:
– 4.000,00 euro per ogni persona con disabilità media, con un incremento fino a 5.500,00 euro se minorenne;
– 5.500,00 euro per ogni persona con disabilità grave, con un incremento fino a 7.500,00 euro se minorenne;
– 7.000,00 euro per ogni persona non autosufficiente, con un incremento fino a 9.500,00 euro se minorenne.
Le persone non autosufficienti potranno dedurre tutte le spese per l’acquisizione, diretta o indiretta, dei servizi di collaboratori domestici e addetti all’assistenza personale o per la retta dovuta per il ricovero presso strutture residenziali.
Le persone con disabilità o non autosufficienti potranno invece dedurre fino a un massimo di 5.000 euro le seguenti spese, certificate a fini fiscali:
– spese sanitarie;
– spese per l’acquisto di cani guida;
– spese sostenute per servizi di interpretariato per le persone sorde;
– spese mediche e di assistenza specifica.
***ISEE : nuove regole.....
***nuovo ISEE ed i conti correnti da dichiarare