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30 luglio 2024

Il bonus Iscro (Indennità straordinaria di continuità reddituale e operativa) è un contributo che offre una quota economica in soccorso delle partite Iva in difficoltà

 

Bonus Iscro, 800 euro per le partite Iva: come ottenerli

I lavoratori autonomi in difficoltà economica possono inviare la propria domanda a partire da agosto.....

𝗜𝗦𝗖𝗥𝗢 𝟮𝟬𝟮𝟰 Se sei un 𝗹𝗶𝗯𝗲𝗿𝗼 𝗽𝗿𝗼𝗳𝗲𝘀𝘀𝗶𝗼𝗻𝗶𝘀𝘁𝗮 𝗶𝘀𝗰𝗿𝗶𝘁𝘁𝗼 𝗮𝗹𝗹𝗮 𝗚𝗲𝘀𝘁𝗶𝗼𝗻𝗲 𝘀𝗲𝗽𝗮𝗿𝗮𝘁𝗮 𝗜𝗻𝗽𝘀 e l'anno scorso hai subito una 𝗿𝗶𝗱𝘂𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗱𝗲𝗶 𝗿𝗲𝗱𝗱𝗶𝘁𝗶 𝗶𝗻𝗳𝗲𝗿𝗶𝗼𝗿𝗲 𝗮𝗹 𝟳𝟬% rispetto al biennio precedente verifica se puoi fare domanda per l'indennità straordinaria di continuità reddituale e operativa.

Il 1° agosto è una data molto importante per le partite Iva di tutt’Italia che stanno vivendo un momento particolare. Si parla infatti del bonus Iscro, con le domande al via sul sito dell’Inps. Di seguito riportiamo tutto ciò che è necessario sapere per capire se la somma spetti o meno.

Bonus Iscro 2024: i requisiti

La possibilità di ottenere il bonus Iscro è riservata a tutti i soggetti con partita Iva attiva da almeno tre anni

Si richiede inoltre l’iscrizione alla Gestione separata Inps e un’attività di lavoro autonomo comprovabile.

Questi gli elementi cardine generali per poter presentare la domanda per l’indennità straordinaria di continuità reddituale e operativa. 

Ciò corrisponde a una cifra massima di 800 euro al mese. I requisiti però non terminano qui:

  • *il soggetto richiedente deve poter dimostrare d’aver ottenuto un reddito totale inferiore a 12.000 euro nel 2023 o, comunque, inferiore del 70% rispetto alla media dei due anni precedenti;
  • *il soggetto richiedente dev’essere in regola con i contributi previsti (di fatto il bonus Iscro non può essere sfruttato per saldare il debito contributivo accumulato);
  • *il soggetto richiedente deve partecipare a corsi di aggiornamento professionale;
  • *il soggetto richiedente non deve essere titolare di trattamenti pensionistici o assegno di inclusione (Naspi o Dis-coll;
  • ***i requisiti indicati devono restare validi per l’intera durata dell’erogazione del bonus Iscro, pari a sei mesi.

Come presentare la domanda

Il bonus Iscro (Indennità straordinaria di continuità reddituale e operativa) è un contributo che offre una quota economica in soccorso delle partite Iva in difficoltà, fino a un massimo di 800 euro.

Si può fare domanda a partire dal 1° agosto 2024 unicamente per via telematica. Ciò vuol dire che i soggetti richiedenti dovranno accedere al sito dell’Inps. Di tempo necessario per procedere in tal senso ce n’è abbastanza, considerando la chiusura della finestra fissata al 31 ottobre 2024.

Al fine di accedere al sito dell’Inps, occorre poter confermare la propria identità digitalmente, via Spid, Carta d’identità elettronica o Carta nazionale dei servizi. In alternativa è possibile richiedere l’assistenza degli enti di patronato o intermediario dell’Istituto.

Obblighi e fondi a disposizione

Il valore del bonus Iscro varia sulla base del reddito dichiarato dal lavoratore che presenta domanda. Di fatto corrisponde a un quarto del reddito registrato nell’anno precedente. Abbiamo indicato il massimo erogabile, ovvero 800 euro, mentre la quota minima è di 250 euro mensili per un totale di sei mesi. Ciò corrisponde a un totale che varia da 1.500 a 4.800 euro di supporto per le partite Iva in difficoltà.

È importante sottolineare, però, che i corsi di aggiornamento professionale sono obbligatori. Quando si è in difficoltà, si tende a lavorare il più possibile per ristabilire la propria condizione. Di certo i corsi sono l’ultimo dei propri pensieri. Per ottenere e conservare l’Iscro, però, diventano un elemento chiave. Al tempo stesso, inoltre, potrebbero aprire nuove porte professionali. Sarà il ministero del Lavoro a vigilare su tale aspetto, provvedendo qualora necessario alla decadenza del beneficio. Per quanto riguarda la quota economica a disposizione, il bonus potrà essere erogato fino all’esaurimento dei fondi stanziati, ovvero 16 milioni di euro.

fonte:     https://quifinanza.it/ 

                        Luca Incoronato

                         Giornalista

16 giugno 2023

Reddito e P. IVA: ecco l'indennità straordinaria ISCRO

 L’ISCRO spetta ai liberi professionisti, compresi i partecipanti agli studi associati o società semplici, iscritti alla Gestione separata, che esercitano per professione abituale attività di lavoro autonomo connesso all’esercizio di arti e professioni. Si tratta sostanzialmente del primo ammortizzatore sociale per le partite iva che abbiano subito una riduzione dei redditi.

Le partite iva iscritte alla gestione separata INPS che abbiano osservato una riduzione dei redditi superiore al 50% possono fare domanda per beneficiare dell’Iscro, Indennità Straordinaria di Continuità Reddituale e Operativa. Ne è escluso se ne ha beneficato nel 2021 o nel 2022.

La domanda potrà essere inoltrata sino al 31 ottobre 2023.

E’ concesso a condizione che gli interessati abbiano prodotto un reddito di lavoro autonomo, nell’anno precedente la presentazione della domanda, inferiore al 50 per cento della media dei redditi da lavoro autonomo conseguiti nei tre anni precedenti l’anno anteriore la presentazione della domanda (il requisito va autocertificato al momento della presentazione della domanda). Occorre, inoltre, aver dichiarato un reddito da lavoro autonomo non superiore a 8.145 euro nell’anno antecedente la presentazione della domanda ed una partita iva attiva da almeno 4 anni per l’attività per la quale si presenta la domanda.

L’indennità è erogata per sei mensilità ed è pari al 25% della metà dell’ultimo reddito annuo certificato dall’Agenzia delle entrate entro un massimo di 800 euro mensili ed un minimo di 250 euro mensili. Siccome questi importi vanno rivalutati annualmente, nel 2023 il massimale sale a 881,23€ ed il minimale a 275,38€.

Siccome la prestazione può essere concessa una sola volta nell’arco del triennio 2021-2023 sono esclusi i soggetti la cui domanda sia stata accolta nel 2021 o nel 2022 ancorché non abbiano fruito di tutte e sei le mensilità previste (es. per intervenuta decadenza).

Sono ammessi, invece, coloro che non hanno presentato domanda per l’anno 2021 o nel 2022, nonché da coloro che, pur avendo presentato domanda nel 2021 o nel 2022, non hanno avuto accesso alla prestazione perché la domanda è stata respinta e/o la prestazione revocata dall’origine.


Fonte: Uniciv

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