Il Governo ha appena comunicato il proprio dietro front sul famigerato decreto che tagliava il ticket per ben 203 prestazioni sanitarie -
La nuova normativa prevedeva sanzioni elevate nei confronti dei medici di base che avessero prescritto delle prestazioni sanitarie non strettamente necessarie. Sicché il paziente che avesse comunque voluto procedere all’indagine non avrebbe potuto usufruire del ticket, ricorrendo così, per il 100% della spesa, al proprio portafoglio.
.......da oggi i medici tornano liberi di prescrivere “tutto quanto ritengono necessario alla tutela della salute, sulla base delle evidenze scientifiche”. Ed è proprio questo il messaggio che i pazienti leggeranno, dai prossimi giorni, sui manifesti affissi negli studi privati. Viene così ripristinata la piena autonomia del medico di famiglia nell’indicare sulla ricetta tutte le prestazioni sanitarie che, secondo il proprio insindacabile parere, risultano necessarie al caso di specie. Restano limitate a poche note le prestazioni con indicazione di appropriatezza (cui in ogni caso il professionista non è vincolato).
L’unico obbligo per i medici è scrivere sulla ricetta il sospetto diagnostico, così da accelerare il processo di cura. Decade ogni ipotesi di sanzione sulla singola prescrizione: di ciascun medico sarà valutato solo il “comportamento prescrittivo complessivo”. Così facendo, le prestazioni sottoposte a condizione, scenderanno dalle 203 inizialmente previste alle 40 strettamente selezionate.
(FONTE: http://www.laleggepertutti.it/)
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