Bonus Tari: che cos’è?
Il decreto fiscale collegato alla Legge di Bilancio 2020 [1] prevede per famiglie in difficoltà economica un aiuto sulla tassa sui rifiuti, ovvero un bonus Tari. Consiste in uno sconto sulla bolletta della tassa rifiuti, la cui consistenza sarà determinata con un decreto della Presidenza del Consiglio.
Bonus Tari: chi ne ha diritto?
I criteri per l’assegnazione del bonus Tari sono gli stessi utilizzati per gli altri bonus sociali, vale a dire quelli sull’energia elettrica, sull’acqua e sul gas. In pratica, vengono determinati dall’Isee. Al momento di richiedere il bonus, infatti, bisogna allegare la certificazione Isee per attestare che la propria situazione economica (reddituale e patrimoniale) non superi:
- gli 8.265 euro (contro gli 8.107,50 euro richiesti finora come limite);
- i 20mila euro se nel nucleo familiare ci sono più di 4 figli a carico.
Questo significa che l’attuale normativa in vigore ha elevato da tre a quattro i bonus sociali per le famiglie poco abbienti.
Inoltre, beneficia del bonus Tari chi percepisce il Reddito di cittadinanza e la Pensione di cittadinanza, sempre entro gli stessi limiti di Isee.
Da sottolineare che l’agevolazione spetta soltanto a chi ha un’utenza domiciliare. Significa che il professionista, l’artigiano o l’imprenditore (ammesso e non concesso che rientrino nel tetto dell’Isee) non hanno diritto al bonus sulla tassa rifiuti per quanto riguarda l’immobile in cui esercitano la loro attività.
Bonus Tari: a quanto ammonta?
occorrerà attendere l’entrata in vigore del decreto della Presidenza del Consiglio che stabilirà le modalità con cui si potrà beneficiare del bonus Tari. Il decreto fiscale collegato alla Legge di Bilancio fissa in 4 mesi dalla data in cui è entrato in vigore (23 dicembre 2019) il termine entro il quale il nuovo provvedimento dovrà essere approvato. Vuol dire che il premier Giuseppe Conte dovrà firmare entro il 23 aprile 2020 il decreto contenente tutte le condizioni del bonus.
Quelli che, sul versante tariffario, restano già dei punti fermi sono:
- la possibilità per i sindaci di adottare anche per il biennio 2019-2020 dei coefficienti modificati al minimo o al massimo del 50% per definire in modo graduale la Tari ed evitare che ci siano dei ritocchi troppo bruschi per alcune tipologie di contribuenti;
- il vincolo di deliberare entro il 30 aprile di ogni anno la tariffa sui rifiuti, in modo da svincolare la delibera comunale sulla Tari da quella del bilancio di previsione. Si permette così di acquisire il piano finanziario per tempo e, di conseguenza, di evitare il rischio per i Comuni di non riuscire ad approvare o ad aggiornare le tariffe.
Fonte: https://www.laleggepertutti.it/